“Dopo Tito” di Mauro della Porta Raffo
Giovedì 28 aprile
presso il Caffè Zamberletti di Corso Matteotti in Varese,
presentazione del romanzo TESSA E BASTA di Tessa Krevic e Susanna De Ciechi
Di seguito il testo introduttivo di Mauro della Porta Raffo
Ci sono persone che non debbono morire.
Il maresciallo Tito era una di queste.
Il carisma, l’eroismo, le idee, l’indipendenza, le doti di comando, le capacità politiche, l’intelligenza, la forza, il pugno, le alleanze, il riconoscimento internazionale, tutto lo poneva al di sopra delle parti, in grado di governare bene e saggiamente etnie, nazioni e appartenenze religiose diverse e nemiche dai tempi dei tempi.
Di tenere unito un Paese che tale non era.
Nel mio immaginario – e quanto conta l’immaginario! – la Jugoslavia si dissolve immediatamente dopo la sua dipartita terrena.
E fatico a dirmi che così non è.
Fatico a ricordare che occorsero anni, una decina, perché le differenze sopraffacessero il vivere civile, la vicinanza.
Perché i vicini di casa odiassero di bel nuovo i vicini, li uccidessero.
Perché i contrasti etnici rinascessero.
Perché gli odi religiosi (si può odiare a causa della religione, altroché!) conducessero a massacri, ad atrocità.
Una guerra quella Jugoslava?
No, mille guerre, infiniti conflitti.
E tregue violate.
E trattati di pace gettati alle ortiche.
E macerie dovunque.
Devastazioni.
Campi di sterminio.
Quant’altro l’uomo – l’animale peggiore che Dio abbia messo in Terra – sia capace, lui solo, di immaginare e compiere.
E gli interventi esterni.
Dannosi.
Tesi quasi sempre a difendere interessi malcelati.
E i bombardamenti.
Le ferite non rimarginabili come plasticamente ricordano i palazzi di Belgrado percossi dagli aerei NATO e non ricostruiti perché restino a futura memoria.
E, soprattutto, l’indicibile dolore dei sopravvissuti
E quale mai vero conforto possono, potranno, i vivi trovare?
Varese, 27 aprile 2016
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