I giardini dimenticati
Forse anch’io sarò così
quasi un’ombra leggera
tra l’ombre vaganti,
curvo, peregrinando muri
e lucide corsie,
lentamente,
dove porte chiare spalancate
sbadigliano silenzi disperati.
Forse il vile tarlo
avrà scavato fosse
e allagato il capo di paludi
abitate da fantasmi
e di penombre
e gli amati visi, i sorrisi, gli amori,
s’affogheranno nell’acque scure.
Forse anch’io sarò così
con una coperta spessa
gettata sui ginocchi magri,
dietro rettangoli di vetro
a guardare i giardini dimenticati
dove nessuna mano di fanciullo
colse un fiore
ad aspettare solo il passar dell’ore
respirando piano il tempo
degli ultimi tramonti.
Forse anch’io sarò così…
Giovanni Zappalà
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