Riflessione
Ora che la ricorrenza è passata, dirò qualcosa di “politicamente scorretto”.
Non necessita sottolineare che la condizione della donna odierna, nonostante i grandi progressi fatti, anzi proprio per essi, è difficile e la espone a rischi e sofferenze.
Non occorre ricordare che le conquiste raggiunte rendono più problematico il rapporto con l’uomo, che si sente defraudato e il cui ruolo va “rifondato”.
Non si deve dimenticare come le disparità rimangano e le discriminazioni possano perfino incattivirsi, contro di lei, percepita come rivale, nemica se più brava (penso al lavoro).
C’è però una cosa che mi fa pensare, riguardo a tutte le ,icorrenze come festa della mamma, del papà, dei nonni…e della donna.
Non mi riferisco all’elemento commerciale, scontato, ma ad un costume del nostro tempo: un giorno di rivendicazioni, grida di protesta, commozione generale o deplorazione (se del caso), esaltazione, e media a tutto gas…E poi?
Mi sembra un collettivo lavaggio di coscienza: come andare tutti in chiesa, mettere monete nei raccoglitori per i poveri, e pensare che tutto sia stato fatto.
Ma, passata la festa, è ben più difficile vivere i rapporti. E ormai tutto è così: gran baccano. Che fa il gioco, naturalmente, di chi le cose non le vuol cambiare, forte della sua partecipazione al baccano.
Ecco cosa mi preoccupa del nostro tempo: una morale che si esaurisce nella esibizione di se stessa, quindi foriera di nuova ipocrisia.
Ma tant’è, pare…
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